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Il Costituto Senese

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Siena visse agli inizi del Trecento uno dei momenti più alti e significativi della sua civiltà.
Era retta dal Governo dei Nove, la magistratura che dal 1287 al 1355 tenne le sorti della città attraverso una politica intraprendente e lungimirante.
Sotto i Nove furono acquisiti vasti territori, edificati i monumenti più importanti come il Palazzo Pubblico, la Piazza del Campo, la cattedrale, oltre alla realizzazione dei grandi cicli a fresco e delle tavole dei maggiori interpreti dell'arte senese, come Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Pietro e Ambrogio Lorenzetti.
Fu proprio in questa vera e propria "età dell'oro" che si fece più intensa l'attività economico-finanziaria dei mercanti e dei banchieri nei principali centri d'europa.
Furono questi gli anni in cui il Governo senese decise la traduzione in volgare del proprio Costituto, redatto in latino nel 1262.
I Nove, attraverso questo fondamentale documento, intesero garantire i più deboli, favorendo la diffusione dei diritti e doveri dei cittadini, specie di quelli che non conoscevano il latino, che erano i più.
Nel Costituto volgarizzato risiedono le basi del Buongoverno, quei principi più tardi magistralmente tradotti da Ambrogio Lorenzetti sulle pareti di Palazzo Pubblico ed espressi con rara puntualità e chiarezza.
Il Costituto è contenuto in due manoscritti conservati nell'Archivio di Stato di Siena, con le segnature "Statuti 19" e "Statuti 20".La scrittura è di unica mano ed è, come detto, redatto in lingua volgare.
Il suo autore, il notaio Ranieri di Ghezzo Gangalandi, fornisce il proprio nome e addirittura il tempo che impiegò per realizzare l'opera: tra il Luglio 1309 e il Giugno 1310.
Nel Maggio 1309 infatti, i tredici emendatori in carica (la commissione incaricata di rivedere lo Statuto) avevano ordinato al Camarlengo di "fare scrivere, a l'expese del comune di Siena, uno statuto del Comune di nuovo in volgare di buona lettera grossa, bene legibile et bene formata, in buone carte pecorine acciocchè le povare persone et l'altre persone che non sanno gramatica, et li altri, e' quali vorranno, possano esso vedere et copia inde trare et avere a lloro volontà".
Tutti i cittadini che lo avessero desiderato potevano infatti trascrivere tutto o in parte il Costituto che veniva costantemente tenuto a disposizione nerll'Ufficio di Biccherna in Palazzo Pubblico.
Lo statuto senese del 1309 è considerato un "unicum" nella storia politico-giuridica italiana ed europea e il suo interesse è riconosciuto da tutta la cultura occidentale.




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